mercoledì 25 novembre 2015

Quattro ponti sul Lambro

E' da un po' che cerco di tornare a fare una mezza anche solo per provarla e questa corsa era una bella occasione. Essendo alla 43° edizione mi aspettavo una buona organizzazione e devo dire che l'attesa non è stata tradita. Si partiva da Lambrugo e si sarebbero toccati vari paesi nelle sue vicinanze. il pannorama era davvero molto bello in questa giornata serena si potevano vedere il Cornizzolo il Resegone e altre montagne della zona, e devo dire che in qualche momento mi sono chiesto perchè non fossi andato in montagna a correre!
C'era davvero tantissima gente ma non ci sono state code per fare il tagliandino non c'era affollamento al ristoro, ed era segnalata molto bene anche dalle persone lungo la corsa che ringrazio!
Il mio obbiettivo di oggi era quello di fare 20 km tranquillo senza strafare ma di portarli a termine. Il percorso come da altimetria allegata è un piacevole saliscendi un po' nei parchi della zona e un po' su asfalto che in condizioni migliori mi avrebbe sicuramente fatto divertire di più.
Oggi però era importante anche per ritrovare quella voglia di soffrire che bisogna avere quando ci si pone degli obbiettivi sportivi anche minimi. Lo sport è fatica, piacere, sofferenza a volte tutto allo stesso tempo. La corsa sicuramente incarna queste sensazioni e testa e gambe sono strettamente correlate, capita infatti che le gambe siano scattanti ma la testa molle o viceversa e questo finisce per condizionare la prestazione. La testa spesso ti dice che non ce la fai e tu devi scacciare questi pensieri concentrandoti sui passi sul respiro sulle gambe che vanno per superare l'ostacolo che il cervello ti mette. Se uno non è predisposto alla fatica non può che vincere la testa sempre e spesso ti dice di abbandonare! Cosa serve per poter controllare la negatività della testa? 
Innanzitutto la costanza nell'allenamento. Anche se sei stanco se non hai voglia sai che dovrai uscire altrimenti tutto quello che hai fatto prima perde valore. In secondo luogo avere un obbiettivo, una motivazione che faccia da luce in tutti i momenti bui dell'allenamento.
Fare 20 km oggi era una buona parte di fatica, perchè è tanto che non la correvo e non sono ancora prontissimo, ma penso che sono proprio queste occasioni che fanno avanzare l'allenamento, quando riesci a metterci qualcosa in più; quando fai quella fatica necessaria per avanzare verso l'obbiettivo. 
In questo momento non ho un obbiettivo che non sia una forma accettabile o buttare giù quei quattro o cinque kg che mi porto dietro da un po'. E' presto la caviglia mi fa ancora male ma non riesco a rinunciare a correre, ma sto lentamente arrivando al momento in cui dovrò darmi un obbiettivo così da fare un ulteriore step nell'allenamento.
Alla fine devo dire che è andata bene ho sempre mantenuto una andatura abbastanza costante, spingendo qualcosina in più in mezzo ma con la caviglia che continua a tormentarmi. Oggi era anche l'ultima corsa delle mie mizuno giunte ormai alla frutta e non più in grado di sostenere il mio dolce peso!
Il bello di queste corse è che hai sempre qualcuno a cui accodarti o da raggiungere se vai più forte e tendenzialmente riesci a fare meglio che da solo. Solo alla fine quando ho visto che ai 20 km non ero ancora arrivato la testa ha preso il sopravvento e sono miseramente crollato nell'ultimo km.
A quel punto con la caviglia che fa male, e la testa che dice che non ce la fai più è inevitabile il crollo!
Anche questa è esperienza, cosa che francamente ancora mi manca ma che km dopo km uno costruisce creando connessioni proprie tra mente e corpo e riuscendo ad intuire dove la mente cercherà di portarti ma quindi anche a sapere come contrastarla.
Sono ancora in debito della mia prima maratona portata via dall'infortunio dell'anno scorso, ma forse come dice Debora del blog Vado di Corsa prima di ambire a grandi traguardi bisogna rispettare tutti i traguardi precedenti ossia prima di fare una 21 tanto per farla bisognerebbe fare una 10 fatta veramente bene. Si io ancora non ho colmato la mia insufficienza nella 10 km ma i miei obbiettivi sono le corse lunghe e ho poco interesse a fare una dieci sparato se non a fini statistici.
Intanto credo che mi segnerò la data di questa Quattro ponti sul Lambro per ripercorrerla l'anno prossimo!

domenica 8 novembre 2015

Le tre cime di artavaggio!

Ciao, oggi era una giornata fantastica e quindi ho pensato che non potevo non fare un giro in montagna. Ho scelto i piani di artavaggio per la mia corsa domenicale.
Mi sono quindi diretto verso il culmine di San Pietro e poco prima di arrivare ho lasciato la macchina dove parte il sentiero chiuso da una sbarra che arriva ad artavaggio. La salita è abbastanza dolce e piacevole perché tutta nel bosco con un terreno poco sassoso ideale per correre tranquilli.
Arrivato ai piani di Artavaggio scopro che la solita fontanella non aveva acqua, io avendo equipaggiamento leggero non ne avevo convinto di trovarla lì o comunque in uno dei rifugi. Una volta al sole il clima è decisamente primaverile e quindi proseguo la salita verso la prima tappa, il rifugio Nicola. Dopo una breve sosta (coca cola) parto subito per il pizzo baciamorti vero obbiettivo di giornata, per cui percorro il sentiero che costeggia il monte sodadura riservandomi di affrontarlo al ritorno.
Coperto dalla montagna invece fa un po ' freschino ma niente di serio, per cui arrivo alla bocchetta di Regadur  e orientandomi con la cartina vista a casa e chiedendo ad altri camminatori prendo il sentiero che continua a portarmi verso il mio obbiettivo. Dopo un piccolo sali scendi arrivo ad un punto in cui devo percorrere una bellissima cresta con tanto di strapiombo. Arrivo in un pianoro in cui placidi e tranquilli cavalli pascolano indisturbati, qui il sentiero è devo dire un pochino confuso (o forse non visto io) ma la montagna dietro da la direzione. La salita verso il monte Aralalta è faticosa e molto ripida e si inerpica su prati erbosi. Dopo poco arrivo in questa cima in cui ci sono solo un mucchietto di sassi e proseguo per i 100 metri che mi mancano al pizzo Baciamorti.
Mi godo il magnifico panorama che si vede in questa splendida giornata e riconosco alcune delle cime fatte di recente come il pizzo Tre Signori, poi il resegone le grigne tutte rigorosamente senza più neve.
Riprendo il cammino e intanto penso se sia il caso di fare anche la cima del sodadura, le gambe iniziano ad essere affaticato,  ma come dice Forrest gump: "ora che sono arrivato fino a qui...salgo".
Ripercorro la strada a ritroso fino alla base del sodadura, e visto che la decisione è presa inizio a salire. Quello che mi appresto a provare è un piccolo calvario, la salita è oltre modo faticosa, anche se non ci metto molto a salire. A mezzogiorno sono di nuovo al rifugio Nicola in teoria in orario per restare nelle 4 ore che avevo preventivato, sono infatti partito alle 9 circa. Ma non ne ho più le gambe, le caviglie e il collo sono a pezzi, quindi alterno camminata veloce a brevi tratti di corsa e alle 13.40 sono giù.
Non mi importa certo il finale, anzi è stato un bel allenamento in una giornata meravigliosa, l'unico dispiacere è non essere riuscito a fare il primo pezzo in discesa, mi sarei proprio divertito. Sarà per la prossima volta!

A presto