domenica 3 luglio 2016

Anello della Cornagera

Sabato 2 luglio, ore 5.30.
Mi sveglio dal divano (mia figlia ha la febbre e io sono relegato lì) ancora rincoglionito e mi trascino verso il caffè. Il materiale per la gita di oggi è già pronto devo solo riempire la borraccia con il gatorade.
Alle 5.45 esco per andare a prendere il momo  (mio cognato) e verso le 6 siamo in viaggio verso la Valsassina.
La strada è scorrevole e il tempo che vediamo in lontananza è un po' incerto ma non ci facciamo spaventare. Seguiamo tutta la Valsassina fino alla cittadina di Taceno e qui come nostro solito facciamo la sosta caffè!
Dopodiché si sale fino all'alpe Paglio posta a 1386 mt e sotto il Cimone di Margno che invece ne fa 1800 di mt.
Arrivati all'ampio parcheggio il diluvio! Per cui giù i sedili e piccola pennichella ristoratrice (avevo ancora sonno!!!)
Alle 8.45 smette di piovere e decidiamo di partire. Il sentiero nel bosco è molto bello e in breve si arriva al pian delle Betulle posto a 1484 mt
Qui ci trova come in un piccolo villaggio disabitato, lo superiamo e continuiamo il sentiero che in 3.30 ci dovrebbe portare al S. Rita e volendo in 5.30 al Pizzo tre Signori. Si sorpassa l'Alpe Ortighera a 1500 mt dove già si ha una bella vista sul Grignone. Adesso si comincia a salire e in poco tempo si arriva alla località larice bruciato a 1708 mt e da qui si può continuare la carrozzabile, si può prendere a destra la cresta o sinistra per il Cimone di Margno.
Viste le nuvole scure decidiamo di prendere la carrozzabile e poco dopo comincia a piovere. Sotto la pioggia arriviamo alla forcella di Olino dalla quale possiamo prendere la cresta per il S. Rita, ma le condizioni del tempo ce lo sconsigliano anche perché si sentono tuoni sopra di noi. A questo punto vediamo il cartello per il rifugio Ombrega che nessuno dei due conosce e decidiamo di raggiungerlo e poi vedere se il tempo migliora. All'inizio del sentiero anche qui carrozzabile c'è una piccola malga che vende formaggi di capra (interessante). Il rifugio è veramente bello e relativamente nuovo, ha infatti solo 4 anni e qualche gestione alle spalle. L'attuale gestore ci dice che è lì dal 18 giugno. Ci sono anche altri due ragazzi che come hanno fatto il nostro stesso tragitto.  Intanto ha smesso di piovere e addirittura sbuca il sole. Il rifugio ha davvero una bella vista sul lago e vediamo che proprio da lì arriva una bella finestra di bel tempo e dopo un the e una fetta di ottima crostata rinfrancati decidiamo di continuare verso la nostra meta è chiediamo se c'è un modo di raggiungere la cresta da lì.
Il rifugista ci dice che c'è un abbozzo di sentiero e che si può poi proseguire per campi.
La salita è veramente in piedi e fatichiamo a trovare una vaga traccia ma è comunque un fuori pista divertente tra cespugli di rododendri. Effettivamente si arriva ad un baitello e da li a destra si arriva al sentiero di cresta che porta al S. Rita ma decidiamo di andare dritto per dritto come nostro solito è raggiungere il sentiero salendo in verticale.
Arriviamo faticosamente su e prendiamo invece dell'evidente sentiero una ripida cresta pensando che poi ci avrebbe fatto ricongiungere  (scopriremo che non è proprio cosi) e chiedendo a delle persone che stanno scendendo che la cima che ci apprestiamo a raggiungere si chiama Pizzo Cortigera di 2028 mt.
A questo punto il tempo ricomincia a cambiare, ma riusciamo comunque a godere di un bellissimo panorama, si vedono il Legnone, la val Biandino sotto il Pizzo tre Signori, il Pizzo Alto e il Grignone coperto ora dalle nubi. Decidiamo di tornare indietro e questa volta seguiamo la cresta che avremmo dovuto seguire all'andata fino alla bocchetta di Agoredo a 1825 mt.
Continuiamo a risalire la cresta fino a tornare alla bocchetta di Olino e riprendiamo la carrozzabile e torniamo verso la macchina anche perché il tempo sta di nuovo peggiorando. Sono le 15.30 circa quando arriviamo alla macchina ancora una volta soddisfatti del bel giro che il tempo ci ha "quasi" regalato.
Ho i piedi bagnati perché avevo su le scarpe da corsa in montagna e ringrazio l'idea (tenetelo bene a mente!!!) di avere calze di ricambio!!!
Devo dire infine che questa zona è più selvaggia rispetto al lecchese a cui sono abituato ma permette dei giri davvero belli sia per estensione sia per dislivello. Si può infatti continuare per il S. Rita e poi verso il Pizzo tre Signori, ma da su ho anche visto la bella cresta che si può fare dall'altra parte salendo dal rifugio Tavecchia sempre verso il Pizzo tre Signori.
Con questo è tutto. Ciao!!!!

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